Gastronomia


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I piatti della tradizione racchiudono in sé i prodotti di produzione locale, provenienti dalla terra e dall'allevamento. Sono la riscoperta della cosiddetta "cucina povera" valtellinese, tornata alla ribalta perché basata su pochi ingredienti, semplici e naturali come latte, burro, ortaggi, formaggio e farina impreziositi dalla millenaria fantasia contadina e tramandati oralmente per generazioni.  Ne sono un esempio la polenta taragna, i pizzoccheri e gli sciatt, per citare solo i più conosciuti a livello internazionale. Si tratta in genere di piatti nati per dare un consistente apporto nutritivo a chi doveva spendere molte energie nel lavoro dei campi, e diventati oggi occasione per apprezzare sapori che richiamano un passato da non perdere. La voglia di sano e genuino, che da alcuni anni sembra condizionare ogni nostra scelta di vita, ritrova in queste ricette la perfetta esplicazione del proprio ideale di cucina. La storia del turismo agricolo ha radici lontane. Fattorie e piccole aziende agricole aprivano generosamente le loro porte ai visitatori offrendo ospitalità e contatto con la natura in cambio di doni e “stranezze” provenienti dalle città. Tuttavia in Valtellina, la moda degli Agriturismo ha preso piede solo negli ultimi tempi e se ne contano oggi circa una cinquantina. Gli Agriturismo sono sicuramente i luoghi ideali dove riscoprire sapori dimenticati e gustare ricette della tradizione contadina. Vai alla pagina delle ricette Valtellinesi

La vite costituisce da sempre una costante nell’agricoltura della Valtellina e la sua coltura ha assunto durante i secoli un ruolo determinante nella sua storia modificandone il paesaggio agrario e condizionando la vita economica dei suoi abitanti. Sulle sponde solive della Valtellina nei secoli è stato costruito e mantenuto un gioiello: i terrazzamenti, patrimonio dell'umanità. Numerosi sono i vitigni coltivati, fra questi il Nebbiolo primeggia coprendo quasi il 95% del territorio vitivinicolo. Due sono le principali tipologie dei vini valtellinesi: il Valtellina e il Valtellina Superiore (più pregiato rispetto al Valtellina) entrambe facenti parte delle zone a denominazione di origine controllata DOC. Il Valtellina Superiore si suddivide in cinque sottozone: Sassella, Grumello, Inferno, Valgella e Maroggia.
Per consentire al turista di conoscere più a fondo l’enologia della valle è stata costituita la Strada del Vino e dei Sapori di Valtellina che, attraverso sei suggestivi itinerari, consente di scoprire i luoghi di produzione dei principali vini valtellinesi.  Vedi i dettagli sui vini Valtellinesi

La bresaola della Valtellina è un prodotto ottenuto da carne di manzo, salata e stagionata, che viene consumato crudo. Documenti storici provano l’uso della salagione delle cosce di manzo in Valtellina a partire dal 1400. Nella tradizione chiavennasca esiste la figura di un certo signor Giovanni, vivente nel 1456, cui era stato dato il soprannome di “carnesalata”, cui si farebbe risalire la nascita della Bresaola. C’è chi fa derivare Bresaola dal termine “brasa”, brace, cioè i braceri usati per l’asciugatura: di qui “brasa-saola” e la contrazione in bresaola. La tecnica di produzione, originariamente finalizzata alla mera conservazione della carne per lunghi periodi, si è nei secoli perfezionata ed arricchita ed ha consentito l’affinamento della qualità del prodotto, oggi più dolce, morbido e gradevole al palato rispetto al passato. Non è molto che la bresaola è conosciuta in Lombardia e solo ora sta cominciando ad imporsi in tutta Italia e in alcune nazioni estere. A tutti è noto come gustarla: tagliata a fette finissime, distese su piatti individuali, condita con un filo d'olio d'oliva e pepe. Alcuni spremono un po' di limone, altri lo sconsigliano decisamente. Vedi i dettagli sulla Bresaola Valtellinese

I Pizzoccheri ; a base di farina di grano duro e farina di grano saraceno sono il piatto tipico per eccellenza. Sono arricchiti con patate e verze e si condiscono con abbondante formaggio locale ed un soffritto di aglio o cipolla imbiondita in burro fuso. Vedi la ricetta e la storia dei Pizzoccheri

Bitto, Valtellina Casera e Scimudin sono i tre prodotti di punta del settore lattiero-caseario in provincia di Sondrio. La zona di produzione comprende l’intero territorio della provincia di Sondrio, con l’unione, limitatamente al Bitto, dei comuni limitrofi dell’Alta Valle Brembana, in provincia di Bergamo.

Bitto: il nome Bitto viene fatto risalire al celtico “bitu”, che significa perenne poiché è l'unico formaggio al mondo che dura oltre i 10 anni. Al taglio il colore si presenta variabile dal bianco al giallo paglierino a seconda della stagionatura. Il sapore è dolce, delicato e diventa più intenso con il procedere della maturazione; la pasta è caratterizzata da una struttura compatta con presenza di occhiatura rada ad occhio di pernice. Il Bitto è da definirsi un formaggio “da meditazione”, specialmente se invecchiato. E’ fondamentale assaggiarlo sempre in piccole quantità per evitare che l’esplosione di sapori invada il palato penalizzando il piacere. Utilizzato nella cucina tradizionale valtellinese, ma anche nelle moderne ricette creative, trova il suo abbinamento ideale con un calice di vino Sforzato Valtellina.

Valtellina Casera: questo formaggio prende il nome dal tipico locale, la cantina o il magazzino, in cui vengono conservate le forme per la stagionatura. Viene prodotto con latte vaccino parzialmente scremato; ha un sapore dolce con sentore di latte, molto delicato; di sicuro un gusto di grande equilibrio. La pasta del Valtellina Casera a 70 giorni di stagionatura è compatta, in seguito diviene leggermente più friabile e solubile. Con una maturazione più prolungata anche il sapore si fa più interessante, più ricco e con note di frutta secca. In cucina è l’elemento essenziale delle gustose ricette tradizionali valtellinesi quali, ad esempio, Pizzoccheri e Sciatt. Gustoso e delicato nelle insalate estive e in altre preparazioni, è consigliabile degustarlo da solo, specialmente se un po’ stagionato, abbinato ad un calice di vino rosso Valtellina Superiore Docg.

Scimudin: è il classico formaggio grasso a pasta molle e a breve maturazione tipico della tradizione lattiero-casearia di Valtellina e Valchiavenna. Lo Scimudin è l’esponente più tipico di quella categoria di formaggi localmente chiamati “formaggelle” per la loro piccola pezzatura. Nati probabilmente come prodotti caprini, diventarono formaggi vaccini con la progressiva contrazione dell’allevamento delle mucche in favore di quello delle capre. Vedi i dettagli sui FormaggiValtellinesi


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