La
Valfurva si addentra a est di Bormio, nel cuore del gruppo montuoso Ortles -
Cevedale, sul quale convergono le verdi valli che formano il Parco nazionale
dello Stelvio. E' quindi base ideale per riposanti passeggiate nei boschi,
affascinanti escursioni per valli e rifugi, impegnative ascensioni a vette
celebri.
Sia gli amanti della vacanza dinamica e sportiva, sia coloro che cercano quiete e riposo scopriranno la Valfurva come luogo ideale di vacanza. I graziosi paesi della valle si distendono infatti dai 1300 metri di Uzza ai quasi 1800 metri di S. Caterina. La Valle è percorsa dalla Statale 300 del Gavia, che rivestì, anche nel passato, grande importanza per i traffici commerciale con la Repubblica di Venezia, attraverso il Passo del Gavia. I numerosi passi della vallata venivano già praticati in età del bronzo, circa 3.000 anni fa, il che fa supporre che i primi abitanti si fossero organizzati per lo sfruttamento collettivo del territorio con i vicini Svizzeri e Austriaci.
Le
cime della Valfurva, circondate da estesi ghiacciai perenni sono la gioia
degli scalatori in estate e degli appassionati di sci-alpínismo in
primavera. Le principali sono la Thurwieser, il Gran Zebrù (dagli Austriaci
chiamata Konig Spitze), lo Zebrù, il Vioz, il Palon della Mare, il S.
Matteo, il Tresero.
Attrezzati rifugi, quali il V° Alpini, il Casati, il Pizzini, il Branca, il
Berni, il Gavia, offrono ospitalità e ristoro non solo ai temerari dell'alta
quota, ma anche ai numerosi escursionisti, amanti della flora, della fauna e
dell'incantevole paesaggio ancora rimasto allo stato naturale.
Non si può lasciare la Valfurva senza una gita al Passo Gavia (m. 2600), con
il limpido Lago Bianco ai piedi del Pizzo Tre Signori: o nella Vallombrina,
con il suo Museo Btg. Skiatori Monte Ortles (in ricordo dei Caduti nella
Guerra 1915-18); o ancora nella pittoresca Valle dei Forni, o nella Val
Cedèch o nella Val Ròsole, dove il silenzio è rotto soltanto dal gorgoglio
dei torrenti o dai fischi delle marmotte.
Da queste solitudini si scende a S. Caterina (m. 1740), famosa un tempo per le sue acque ferruginose e solforose, ed ora in piena espansione turistica, soprattutto per lo sviluppo degli sports invernali. Gli impianti portano a Plaghera sotto la Crestà del Monte Sobretta e al cospetto del Tresero: un unico grande campo da sci, con neve sempre abbondante e farinosa, un luogo di sogno anche d'estate, per gli straordinari colori dei boschi e dei maggenghi e per la presenza delle caratteristiche "baite" di legno, che sopravvivono da secoli ai massacri dei progresso. Nell'ampia conca di S. Caterina, invece,è disegnata una famosa pista per sci di fondo. Qui particolarmente praticato da campioni e da dilettanti di ogni età.
Da S. Caterina scende verso
Bormio, dove si getta nell'Adda, il torrente Frodolfo, sprofondato tra fitte
abetaie, fin quando la valle si apre ad accogliere gli abitati di S. Antonio
e S. Nicolò, posti a m. 1340 s.m.
Qui ebbero i natali illustri Guide alpine e Olimpionici di sci forgiati
dalla vita semplice e dalla laboriosità di questa gente, per lo più ancora
dedita al duro lavoro della terra.
A
S. Nicolò, di fronte alla bella Chiesa Parrocchialeè stato da poco allestito
l'interessantissimo Museo Vallivo della Valfurva, che accoglie le
testimontanze più significative di una cultura montana purtroppo in via di
estinzione.
D'inverno Santa Caterina fa la felicità dello sciatore alla ricerca di un
"vero" paese d'alta montagna. Offre infatti confortevoli alberghi, ottimi
impianti di risalita, abbondante innevamento sia naturale che artificiale,
splendidi tracciati per lo sci nordico, emozionanti itinerari di
sci-alpinismo. Le piste da sci della Valfurva sono spesso teatro di
importanti competizioni di sci alpino e sci nordico a livello
internazionale.