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Bormio, in alta Valtellina, ha storia e tradizioni millenarie; lo attestano musei, palazzi, case e chiese, usanze ancora vive. In via Roma, in pieno centro storico, vi sono antichi edifici, terrazzi, finestre, fregi, nobili portali. Il periodo di massimo splendore, per il bormiese si colloca tra la fine del 1300 e la fine del 1500, quando intensi furono i traffici fra il Ducato di Milano, la Serenissima e gli Stati esteri. La Contea di Bormio - la cui autonomia comunale era assicurata da Statuti trecenteschi che garantivano privilegi ai suoi abitanti e favorivano i commerci - era conosciuta come "Magnifica Terra" o "Magna Terra di Bormio et honorate valli".


In palazzi, torri, chiese e cappelle, vicoli acciottolati, piazze e fontane, il centro storico di Bormio, restaurato e in parte zona pedonale, conserva memorie di quando la cittadina posta sulla Via imperiale d'Alemagna era un ricco centro di scambi. La maggior parte degli edifici risale infatti al '400 e '500; fu il tempo in cui Bormio si arricchì di palazzi con le facciate dipinte ed elaborati portali in pietra, chiese, torri di famiglie nobili e commercianti, a testimonianza della loro potenza. È piacevole scoprirli passeggiando fra le stradine della parte vecchia del paese.


Punto di partenza via Roma: all'inizio si trova la chiesa di San Vitale, con affreschi trecenteschi in fronte e sul lato sud; ancora in facciata, una Madonna con Bambino tra un Santo monaco, Sant'Antonio Abate e Cristo circondati da attrezzi di uso artigianale: rappresenta una sorta di catechismo popolare, monito a quanti, nonostante il precetto della santificazione delle feste, lavoravano anche la domenica. Sulla parete laterale, la Crocifissione, dai marcati caratteri bizantini, con le figure di San Giovanni, la Madonna e San Martino. Sempre in via Roma è la Casa De Gasperi (ora Peloni): l'edificio deve le sue eleganti forme barocche ad un rimaneggiamento eseguito nel 1600, che conservò però il bell'affresco, più antico di due secoli, sopra il portale: una raffigurazione di Santi.
Lasciamo via Roma e, per via Trento, ci portiamo nella parallela via De Simoni: all'angolo con vicolo Galilei è la Casa Castellazzi sopra il cui portone è leggibile un affresco cinquecentesco attribuito a Giovanni Andrea de Magistris: al centro Dio Padre benedicente ai cui lati sono l'Angelo dell'Annunciazione e la Vergine. Completa la serie di figure un San Cristoforo.
 

Non lontano, sempre in via De Simoni, incontriamo il primo di tre affreschi a soggetto profano: si tratta delle raffigurazioni di Castore e Polluce che fiancheggiano il portale di Casa Folianie risalgono alla fine Cinquecento.
Vicinissima, all'imbocco di vicolo Ginnasio, è la Casa Alberti, sulla cui entrata è affrescato, lo stemma del re di Francia e duca di Milano, Luigi XII. Raffinata composizione nella quale compaiono sia il biscione milanese che i gigli della monarchia francese con la scritta, perfettamente leggibile sebbene datata 1509, "Lodovichus, rex Francorum, Mediolani dux". Sullo stesso edificio, all'altezza del primo piano, un affresco raffigura l'adorazione dei Magi del pittore milanese Bartolino de Buris, committente, Cristoforo Alberti, morto nel 1480.
In fondo alla via De Simoni (trascuriamo, per ora, piazza Cavour), imbocchiamo via della Vittoria dove, sulla parete sinistra dell'ingresso di Casa Lamprecht Pinardi, è una trecentesca Madonna del Latte, uno dei più interessanti affreschi fra quelli che si incontrano a Bormio. Parimenti interessante, sebbene difficilmente leggibile, la si trova in fondo alla via Braulio, sull'angolo con via San Francesco: un'Annunciazione sopra l'ingresso di Casa Castellazzi Cola. Di fattura quattrocentesca, è attribuibile alla bottega di Giovannino da Sondalo.
 

Tornati in piazza Cavour, dedichiamo l'attenzione che meritano alla serie di affreschi tra i più antichi di Bormio: sono quelli della chiesa parrocchiale dei Santi Gervasio e Protasio e della attigua casa arcipretale. Nel sottarco di quest'ultima, il Cristo Pantocratore con Santi e Profeti, e una Madonna del Latte, dei quali è stata trovata la data di esecuzione: il 1393.
Il Cristo, circondato dai simboli degli evangelisti, regge il libro aperto con la scritta "ego sum lux veritas et via", profeti ed apostoli reggono ciascuno un cartiglio dove, in caratteri gotici, è scritto il loro nome. Completa la serie di raffigurazioni la Madonna del Latte, soggetto che abbiamo già incontrato sulla parete di Casa Lamprecht Pinardi. Due lunette, sulle porte laterali della facciata, contengono significativi affreschi di almeno un secolo più antichi: una "Imago Pietatis" con il Cristo, la Madonna e San Giovanni; una Madonna con Bambino con accanto i due Santi titolari della chiesa, Protasio e Gervasio.
Continuiamo, sul lato destro della chiesa, per via Morcelli dove, sulla parete di Casa Cola, è una delle più complesse raffigurazioni di tutto l'itinerario: attribuita a Giovannino da Sondalo, presenta Dio padre circondato dagli Angeli, il Bambino con la croce sulla spalle, la colomba raffigurante lo Spirito Santo, la Vergine annunciata e Sant'Antonio Abate. È un affresco di insolita estensione. Poco oltre, su un muro della stessa via Morcelli, si vede un frammento di un affresco del Quattrocento che, quando fu dipinto, contornava una finestra gotica. La figura di un paggio ed altre raffinate tracce floreali, fanno pensare ad un tema profano, probabilmente cavalleresco.


Attraversiamo l'antico ponte medievale sul torrente Frodolfo, per raggiungere l'abitato di Combo: fatto a schiena d'asino sul ponte si fronteggiano due cappellette affrescate che fanno parte di quel patrimonio di santelle della Magnifica Terra. Si tratta di santelle per lo più votive e tutelari con tanti Santi e Madonne chiamati a soccorrere, a intercedere, a impetrare per il raccolto, a scongiurare le malattie degli uomini e delle bestie, a calmare gli elementi naturali. Si segnalano tutte per due tratti comuni che le differenziano dagli affreschi "aristocratici": l'istintiva eloquenza dell'immagine e la forza evocativa del fatto al quale si riferiscono.
A Combo, sulla chiesa del Sassello, la lunetta della porta laterale presenta un affresco del fine Quattrocento, con la Madonna e il Bambino tra due Santi. Ma è sulla parete di Casa Peloni che troviamo un affresco di complessa esecuzione come quello di Casa Cola. Eseguito da Giovannino da Sondalo raffigura la Madonna incoronata con il Bambino fra due torri sorrette da angeli; l'apparizione della Vergine su un mare in burrasca; poi Sant'Antonio Abate e Santa Apollonia; completano l'affresco, circondato da un fregio, un Angelo con un giglio in una mano, l'altra mano benedicente e Dio padre con il Bambino e la croce sulle spalle nonché tre Angeli con pergamena.
Sempre a Combo, tracce di affreschi (l'unico leggibile è un Sant'Antonio Abate, gli altri sono limitati a frammenti di fregi e spirali) sono visibili all'esterno della chiesa di Sant'Antonio Abate, conosciuta anche come chiesa del Santo Crocefisso che merita una visita per i numerosi affreschi dell'interno: il Cristo nel Sepolcro di Bartolino de Buris datato 1474; la Crocifissione di Agostino Ferrari datata 1375; i quattro evangelisti e i profeti sempre del 1300; l'Annunciazione della Vergine.
 

Tornati all'esterno, completiamo il giro osservando la parete della non lontana Casa Magatelli dov'è un affresco di grandi dimensioni: al centro un tondo, sorretto da due Angeli, con la Madonna con il Bambino, a destra un Sant'Antonio Abate, a sinistra San Francesco che riceve le stimmate. Complessità di esecuzione ed ampiezza dell'affresco fanno pensare, anche in questo caso, a Giovannino da Sondalo, che abbiamo già incontrato come protagonista di questo passato ricco di arte.

Il percorso fin qui presentato, non esaurisce certamente il patrimonio di pitture antiche che la Magnifica Terra conserva. Alcune tra le più antiche, ad esempio, sono conservate nel Museo Civico, altre sono all'interno delle numerose chiese. Tutte assieme, come ha sottolineato l'Associazione culturale Arcadia che con l'Assessorato alla Cultura del Comune ha realizzato l'apposita significativa guida "Affreschi a Bormio", costituiscono "un invito a visitare Bormio entrando nella storia e nella vita del borgo che anche attraverso quest'arte ha saputo resistere al tempo, agli eventi e alla forza dei cambiamenti. Testimonianze del '300, '400 e '500 emergono da sotto gli intonaci moderni delle case, colori e figure di santi e patroni rivestono le pareti e le volte delle nostre chiese, medaglioni e insegne araldiche delle nobili famiglie segnano il passare delle dominazioni. Ogni affresco è un salto nel passato, un'opportunità di conoscere, apprezzare e, speriamo, conservare anche nel futuro questi fragili segni di vita".[Testo di Angelo Sala]


Il Museo fondato nel 1962 e divenuto civico nel 1967 ha sede nel seicentescoPalazzo De Simoni. Ha una raccolta di circa 3000 oggetti, disposti in 14 sale e due sezioni, una storico-artistica ed una etnografica. Dal 15 giugno al 15 settembre il Museo è aperto tutti i giorni dalle ore 10 alle 12,30 e dalle 15,30 alle 18,30; nei mesi di luglio e agosto anche il venerdì sera alle ore 20,30 alle 23.
Le chiese: oltre quelle citate e cioè San Vitale, Santi Gervasio e Protasio, Sassello e Santo Crocifisso, sono da segnalare, per i loro valori storici, architettonici e artistici, anche quella di Sant'Ignazio e quella di Santa Barbara.



Gli affreschi casa per casa
 

Chiesa di San Vitale, via Roma: Redentore con i simboli delle arti e dei mestieri (sec. XIV); Madonna in trono e Santi (sec. XIV); Crocifissione (sec. XIV); Casa De Gasperi, via Roma: Santi (sec. XV); Casa Castellazzi, vicolo Galilei: San Cristoforo, Dio benedicente, Angelo annunciante, Vergine, Santa Barbara (sec. XVI); Casa Foliani, via De Simoni: Castore e Polluce (sec. XVI); Casa Alberti, vicolo Ginnasio: Stemma del re di Francia e duca di Milano (sec. XVI), adorazione dei Magi (sec. XV); Casa Lamprecht Pinardi, via della Vittoria: Madonna del Latte (sec. XIV); Casa Castellazzi Cola, via San Francesco: Annunciazione (sec. XV); Chiesa parrocchiale, Cristo Pantocratore: Santi e Profeti (sec. XIV), Madonna del Latte (sec. XIV), Imago Pietatis (sec. XIV); Madonna con Bambino (sec. XIV); Casa Cola, via Morcelli: Annunciazione e Santi (sec. XV); Via Morcelli: contorno finestra (sec. XV); Chiesa del Sassello, Combo: Vergine col Bambino e due Santi (sec. XV); Casa Peloni, via Zuccola a Combo: Madonna incoronata con Santi (sec. XV); Chiesa del Santo Crocefisso, Combo: Sant'Antonio Abate e fregi (sec. XV); Casa Magatelli, via Crocefisso a Combo: Madonna con San Francesco e Sant'Antonio (sec. XV-XVI).


 

Particolarmente interessanti e curiose sono le storie legate ai fenomeni della stregoneria, l'astrologia e la superstizione popolare nel contado di Bormio tra il cinquecento e il settecento; molti documenti al riguardo sono stati archiviati e tradotti ed è stato possibile tratteggiare la storia "magica" dell'Alta Valtellina. Si è venuta così definendo "una storia nella storia" per studiosi e per semplici appassionati. Clicca qui per approfondimenti. Sono inoltre disponibili informazioni sulle serie archivistiche di provenienza dei documenti trascritti e sull'Archivio storico del Comune di Bormio.


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